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L'istituto dell'impresa familiare tutela i diritti di coloro che prestano la propria attività lavorativa a favore del familiare imprenditore.
Gli autori affrontano la materia partendo dalla fase della costituzione dell'impresa, in relazione agli adempimenti giuridici necessari. Seguono l'individuazione delle relazioni che danno luogo allo stato di collaboratore e l'analisi dello svolgimento del rapporto di lavoro con i relativi diritti, partecipazioni e obblighi, fino alla cessazione dell'impresa e alla liquidazione delle singole quote.
Il libro costituisce un valido strumento per conoscere e utilizzare l'istituto, essendo i diversi profili giuridici affrontati in modo approfondito e con taglio operativo, attraverso l'analisi della legislazione, l'esposizione dottrinale, l'esame della giurisprudenza più qualificata e il riferimento alla prassi ministeriale.
Ampio spazio è dedicato agli adempimenti fiscali che incombono sull'impresa e sui singoli partecipanti (determinazione dei redditi, dichiarazioni fiscali, ritenute e crediti di imposta, IRAP e imposte indirette), senza trascurare gli aspetti contabili. nell'ultimo capitolo sono riportate le formule applicabili ai casi pratici più ricorrenti.

Marco Levis, dottore commercialista e revisore contabile, pubblicista, è autore di numerose pubblicazioni in campo giuridico e finanziario

Emanuela Gromis di Trana, avvocato, svolge la propria attività professionale nel settore della contrattualistica


Introduzione

L'istituto dell'impresa familiare di cui all'articolo 230-bis del codice civile, aggiunto dall'articolo 89 della legge 19.5.1975 n. 151 di riforma del diritto di famiglia, ha determinato notevoli difficoltà di inquadramento, in parte ancora irrisolte, anche a causa di una normativa giuridica in materia assai lacunosa.

A quasi venticinque anni di distanza appare indiscutibile la portata profondamente innovatrice di tale introduzione, sia dal punto di vista tecnico giuridico, sia da quello sociale.

L'impresa familiare, infatti, costituisce un istituto del tutto nuovo, pur recependo taluni aspetti propri di altre figure in parte assimilabili; essa rappresenta qualcosa di peculiare cui va applicato il principio di effettività che caratterizza la disciplina giuridica propria dell'impresa, oltre, ovviamente, alla disciplina specificamente dettata dal legislatore.

L'istituto, inoltre, ha carattere residuale ed è volto a garantire una tutela minima e inderogabile a quei rapporti di lavoro comune che si svolgono negli aggregati familiari, ricondotti in passato a una semplicistica «causa affectionis vel benevolentiae» o ad un contratto innominato di lavoro gratuito.

Mentre nel linguaggio comune e in quello più prettamente economico l'impresa familiare individua una fattispecie con i caratteri dell'imprenditorialità, ai sensi di legge l'istituto in oggetto rappresenta, altresì, una sorta di statuto dei diritti del familiare che collabora all'impresa, sia attraverso un apporto di lavoro diretto, sia tramite l'attività svolta in famiglia che, pur se indirettamente, anch'essa giova all'impresa. 

Tuttavia, la natura dei diritti che il legislatore attribuisce al familiare partecipante e di non chiarissima individuazione: la scelta di una prospettiva o di un'altra va ad incidere anche sul regime della comunione; le accese dispute che l'articolo 230-bis ha provocato sin dal suo apparire sono, comunque, il segno più evidente dell'interesse suscitato dalla materia in oggetto e della necessità di tornare a ribattere la fattispecie in questione, cercando di apportare ognuno il proprio contributo in chiave interpretativa.

L'istituto presenta notevole interesse anche dal punto di vista fiscale, sia in tema di imposizione diretta, sia in tema di imposizione indiretta per quanto attiene, in quest'ultima ipotesi, soprattutto le imposte di registro e di successione. I ripetuti e diversi interventi nel corso degli anni da parte del legislatore fiscale sono comunque il segno dell'importanza socio-economica dell'impresa familiare nel tessuto dell'economia nazionale, quasi preludio all'assunzione dell'assetto societario da parte delle imprese di più modeste dimensioni e a gestione strettamente familiare. 

Quest'opera, pertanto, coglie nel segno ed e tempestiva e opportuna, in quanto rappresenta uno strumento capace di fornire utili indicazioni teoriche e pratiche.
Essa costituisce una nuova e autorevole sintesi della normativa applicabile all'istituto nonché delle opinioni dottrinarie e della giurisprudenza relative alla stessa, espressa con chiarezza e facilità di utilizzo, si da rappresentare una valida guida operativa per i pratici.

Daniele Bazzoni
Notaio in Torino
Vice Presidente del Comitato Regionale Notarile
del Piemonte e della Valle d'Aosta

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