Il contratto di affitto d'azienda
attua il trasferimento temporaneo del «complesso dei beni
organizzato dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa».
Il volume rappresenta una guida
completa per la predisposizione del contratto e l'esplemento delle
numerose incombenze collegate. Ogni argomento è affrontato in
modo sistematico attraverso l'analisi della legislazione, l'esame
della dottrina, la segnalazione della giurisprudenza e degli
orientamenti dell'Amministrazione finanziaria, l'approfondimento
delle questioni più importanti e dei casi controversi.
Con particolare attenzione sono curati i principali aspetti
giuridici (obbligazioni, successione nei contratti, rapporti di
lavoro subordinato, procedure concorsuali), fiscali (imposte
dirette e indirette, finanza locale, responsabilità tributaria) e
contabili. Gli autori trattano inoltre delle regolamentazioni del
contratto nell'ambito della legge n. 488/1992, degli studi di
settore e della normativa antielusione.
Il formulario, ampio e articolato,
è riportato anche nel floppy allegato, consentendo la
compilazione personalizzata e la formazione di un archivio di
studio.
alla sesta edizione, aggiornata con la giurisprudenza più recente
e con le nuove norme fiscali, derivate dell'introduzione
dell'Ires, è stato aggiunto un nuovo capitolo che approfondisce
il tema della valutazione d'azienda.
Il
programma e registrato su floppy disk da 3"1/2, HD (1,44 Mb)
e funziona su PC con processore Intel Pentium, con almen9o 16 Mb
di memoria Ram, 4 Mb di spazio libero su disco fisso e scheda
grafica VGA o superiore. II sistema operativo richiesto e Windows
versioni 95, 98 NT Ws 4.0 sp5, 2000 Professional, ME o XP,
con istallato il programma Ms Word 97 o versione successiva.
Marco Levis,
dottore
commercialista e revisore contabile, è autore di numerose pubblicazioni in
campo giuridico e finanziario.
Emanuela Gromis di Trana, avvocato, svolge la propria
attività professionale nel settore della contrattualistica.
Prefazione
I l volume «Laffitto dazienda» ha come oggetto uno
degli
aspetti più interessanti e complessi del nostro sistema
economico-commerciale.
Lopera di Emanuela Gromis di Trama e Marco Levis è quindi
assai utile, perché si colloca in un segmento un po trascurato
e copre in modo sistematico la materia.
Nel volume vengono discussi e risolti non solo problemi di
natura civile e commerciale, connessi al contratto di affitto dazienda,
ma anche di carattere pratico.
Una parte notevole dellopera è dedicata agli aspetti
fiscali, non limitati allesame dei tributi maggiori, ma anche a quelli minori come limposta comunale sugli
immobili o la finanza locale. Gli autori non hanno poi dimenticato
di illustrare le problematiche fiscali connesse allaffitto dell
«azienda unica» e gli aspetti contabili.
Da queste poche osservazioni risulta evidente che lopera
sarà molto utile non solo agli studiosi, ma anche agli operatori
economici.
Questo fatto, cioè di riuscire a collegare sia gli aspetti
teorici sia quelli pratici, costituisce un pregio notevole del
volume.
Lionello Jona Celesta
Professore associato di Diritto tributario
Facoltà di Scienza politiche dellUniversità di Torino
Introduzione
Chi si sia trovato a vivere il momento conclusivo
delle procedure di amministrazione straordinaria ha potuto rendersi
conto della rilevante utilità del contratto di affitto d'azienda
allorché la situazione economico-finanziaria si presenti di
rilevante complessità e le previsioni su futuri andamenti di costi
e ricavi appaiano assai incerte.
In queste condizioni e infatti difficile, quando non
impossibile, adire alla cessione definitiva e risolutrice dell'unita
operativa dalla procedura a un nuovo acquirente: l'affitto può
offrire invece al subentrante la possibilità di vivere un periodo
sufficiente di sperimentazione tale da consentire la verifica
fattuale della validità dell'iniziativa e di pervenire
all'eventuale successiva acquisizione in condizioni di rischio
attenuato; alla stessa procedura può consentire di concludere il
proprio ruolo con esito più sicuro in termini di valorizzazione
della realtà amministrata e più ampia soddisfazione delle
aspettative dei creditori. Al di là di queste eventualità afferenti
più alla patologia che alla fisiologia dell'attività economica, il
contratto di affitto ha progressivamente acquisito un suo spazio
nello scenario della vita economica tanto da spingere giustamente a
riflettere nelle su valenze sulla sua funzionalità tanto sul piano
individuale quanto su quello del sistema produttivo e sociale.
Lo studioso di teoria dell'impresa non può vedere
in esso la conferma della scissione dell'unità imprenditoriale nei
diversi ruoli di chi assume l'iniziativa, fornisce i capitali e pone
in essere la struttura operativa per svolgere in concreto la
necessaria attività. Non è fuori posto ricollegarsi alla teoria
schumpeteriana secondo la quale l'imprenditorialità ha i caratteri,
essenziali ed effimeri ad un tempo, di chi rompe la routine
generando nuove realtà, ben distinti da quelli di chi fa funzionare
quelle realtà tramite l'organizzazione e l'integrazione delle parti
che le compongono. Il collegamento non può essere forzato oltre
misura dal momento che nell'esercizio delle routines può nascere in
qualsiasi momento la spinta verso il cambiamento con scambi di ruoli
tra operatore e innovatore. Resta comunque valida la distinzione tra
momento innovativo imprenditoriale dal quale l'unità operativa
riceve il primo impulso e quello della sua traduzione nel concreto
tramite l'indispensabile apporto della finanza. La realtà azienda
è la traduzione del momento della concretezza nella quale
l'iniziativa si materializza. La distinzione ha rilievo in diverse
teorizzazioni; in Italia ha avuto in Federico Maria Pacces un
interprete sicuro. Nel tempo essa è stata
riproposta e ha portato a fecondi sviluppi: si pensi alla teoria
comportamentistica dell'impresa (Cyert-March) secondo la quale le
condotte concretamente riscontrabili altro non sono che la
risultante dei confronti, anche conflittuali, tra le diverse
componenti dell'apparato aziendale, articolato per compiti diversi e
per funzione; o alle teorie del capitalismo manageriale nelle quali
viene tenuto distinto il ruolo dei managers integrati nel fare
funzionare l'apparato operativo e interessati alla sua favorevole
evoluzione quale riscontro del proprio positivo esito professionale,
da quello del capitalista, fornitore sì dei mezzi finanziari, ma in
definitiva iniziatore del processo istitutivo della stessa
organizzazione in funzionamento. Da ultimo, la teoria dell'agenzia
individua nel complesso rapporto tra i ruoli istitutivi, innovatori
e quelli esercitati dai managers una sorta di delega ad operare dei
secondi per conto dei primi in clima di possibili asimmetrie
informative.
Questi fugaci riferimenti intendono cogliere e
riproporre la sensibilità delle impostazioni teoriche alla
scomposizione della figura dell'imprenditore in attività e ruoli
distinti che nel contratto di affitto di azienda trovano una loro
codificazione. Correttamente gli autori fanno riferimento all'art.
2555 del codice civile che definisce l'azienda come il complesso dei
beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa: una
materialità costituita da un insieme di beni, organizzato e
coordinato per raggiungere determinati obiettivi, dall'intelligenza,
dalla strategia e dalla volontà dell'imprenditore. Una
differenziazione di compiti che ne coinvolge una ulteriore e
parimenti essenziale tra titolarità dell'azienda e proprietà dei
beni che la compongono. Il contratto di affitto di azienda agisce su
questo punto prevedendo la possibilità di cedere temporaneamente e
a precise condizioni l'apparato organizzato e funzionale a chi
intende avvalersene per utilizzarlo nell'esercizio di un'attività
imprenditoriale. L'imprenditore proprietario separa i due ruoli da
lui rivestiti per affidare il primo, per un periodo di tempo
definito, a un subentrante tenuto a non snaturare l'attività svolta
e a rispettare i vincoli che nell'atto di cessione verranno
stabiliti.
Nel funzionamento fisiologico di un sistema
economico a queste decisioni, destinate a interessare in prevalenza
la media e la piccola dimensione, svolge un 'indubbia funzione
positiva. Essa consente di conservare una continuità produttiva e
gestionale laddove questa potrebbe venir meno per la difficoltà di
addivenire ad acquisizioni eccessivamente onerose o, al limite, per
mancanza di eredi ai quali trasmettere un patrimonio di esperienze e
di rapporti. Non è raro che l'introduzione di nuove capacità possa
confermare i buoni risultati raggiunti o imprimere ulteriore
vitalità, generando risorse finanziarie atte a rendere possibile il
subentro in via definitiva. L 'affitto di azienda si rivela in
questo senso un fattore di mobilità del ruolo imprenditoriale; un
veicolo in forza del quale si può diffondere la capacità di
gestire e di innovare. Non si può non individuare in questo
strumento un fattore facilitante il rinnovamento del tessuto
produttivo con il ricambio dei ruoli pensati e propositivi. Vissuto
correttamente, il processo conduce altresì alla possibilità di
attuare il cambiamento in condizioni di relativa sicurezza,
consentendo di esercitare
l'attività imprenditoriale con impegno di risorse contenuto fino
all'eventuale raggiungimento della completa autonomia. Tali aspetti
positivi riscontrabili in questa forma contrattuale non sono di
agevole praticabilità. Subentrare in un'attività in esercizio
significa trovarsi a interagire in un complesso reticolo di rapporti
commerciali, finanziari e di natura reale. Per quanto precise, le
disposizioni di legge non possono essere indicative dell'enorme
varietà di situazioni, quali la concretezza aziendale e destinata a
porre in evidenza: si rende pertanto necessario un attento lavoro di
raccordo con le sentenze emesse e con il divenire stesso, per questa
via, di una giurisprudenza poggiata sul confronto della legge e di
un'attenta analisi interpretativa. In questa chiave il libro che
presentiamo e prezioso dal momento che riesce ad offrire un corpus
completo di situazioni alle quali diviene possibile fare utile
riferimento. La problematica ha una forte evidenza in tema di
rapporti di lavoro sia per quanto riguarda la salvaguardia dei
livelli occupazionali sia per quanto può fare oggetto di
ridefinizione qualitativa degli stessi termini contrattuali. Le
esigenze della nuova impresa possono cosi stentare a raccordarsi con
il mantenimento dei diritti dei lavoratori, anche alla luce delle
modifiche apportate all'art. 2112 del codice civile regolante i
rapporti di lavoro subordinati sul trasferimento d'azienda, dalla
legge 29 dicembre 1990, n. 428, concernente il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri in materia. Sul punto l'opera e in
grado di dare completezza di elementi informativi; giudizio
estensibile ai numerosi aspetti presi in considerazione tra i quali
l'esperienza suggerisce di sottolineare il tema del divieto di
concorrenza, dei contratti in essere, dei crediti e debiti esistenti
nell'azienda affittata. Particolare cura e posta nell'analisi degli
aspetti fiscali, per quanto riguarda l'imposizione diretta e
indiretta, nei loro vari aspetti. Non era compito facile integrare
tra di loro aspetti di consultazione e di repertorio e momenti
interpretativi: nulla togliendo all'esigenza di essere esaustivi gli
autori non si sono sottratti alla sfida di manifestare sui punti
più spinosi il proprio pensiero. II che aggiunge alla completezza
una nota di apprezzabile originalità.
Giovanni Zanetti
Professore ordinario di Economia politica
Facoltà di Economia e commercio dell'Università di Torino |