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PAGINA 16 – Mercoledì 1 Maggio 1996 – N. 118 – IL SOLE –24 ORE
Norme e tributi

Gli obblighi delle commissionarie librarie che comprano in abbonamento e cedono a clienti italiani

Gli acquisti intar-Ue di periodici al bivio dell’Iva

Quando le commissionarie librarie che operano nel settore degli abbonamenti a periodici hanno rapporti con editori Ue, effettuano l'acquisto intracomunitario delle pubblicazioni in abbonamento e la cessione delle stesse ai clienti italiani.
Nello svolgimento di tale attività le commissionarie possono assolvere agli obblighi Iva secondo due modalità distinte:

  1. determinare la base imponibile degli acquisti intracomunitari dei periodici sulla base del prezzo di vendita al cliente finale, ridotto della percentuale di resa forfettaria. In questo caso l'Iva non è detraibile e per le vendite successive non vi è obbligo di emettere fattura. Il documento di addebito del corrispettivo, se emesso, deve recare l'annotazione che si tratta di operazione per la quale l'imposta è stata assolta dall'acquirente intracomunitario in base all'articolo 5, comma 1, del Dm 9 aprile 1993;

  2. effettuare gli acquisti intracomunitari con il regime ordinario, in base all'opzione prevista dall'articolo 5, comma 2, del Dm 9 aprile 1993. In questa ipotesi, per le vendite successive, l'Iva si applicherà con le norme speciali dell'editoria ai sensi degli articoli 1 e 2 del decreto ministeriale 9 aprile 1993.

L'adozione di tali modalità operative appare corretta quando le pubblicazioni riportano il prezzo di vendita al pubblico nel territorio dello Stato.
Le pubblicazioni estere di norma espongono al loro interno le condizioni di abbonamento, tra le quali figura il prezzo, generalmente espresso in valuta estera, diversificato secondo l'area geografica cui le medesime sono destinate. Ci si chiede quali modalità operative debbano essere adottate nel caso in cui le pubblicazioni Ue non rechino le condizioni di abbonamento, e quindi il prezzo di vendita delle stesse.
L'articolo 5, comma 2, del Dm 9 aprile 1993 prevede espressamente l'ipotesi di assolvimento dell'Iva per l'acquisto intracomunitario di prodotti editoriali privi dell'esposizione del prezzo di vendita al pubblico nel territorio dello Stato. Di fatto, il disposto di tale articolo porterebbe a ritenere che l'eventuale inesistenza del prezzo di vendita al pubblico al momento dell'acquisto intracomunitario non faccia venir meno l’obbligo di applicare il regime speciale sulle cessioni successive.
La norma richiama infatti gli articoli 1 e 2 del decreto 9 aprile 1993 (che riguardano rispettivamente le annotazioni obbligatorie e l’opzione per l’applicazione dell’imposta in base al numero di copie vendute), mentre tralascia ogni riferimento al successivo articolo 3 (che formalizza, tra l’altro, l’obbligo di tale indicazione).
Sembrerebbe quindi che, anche in mancanza del prezzo di vendita al pubblico, al momento della cessione al cliente finale tornino comunque applicabili le disposizioni previste per il regime speciale dell’editoria quali risultano dagli articoli 1 e 2 del Dm 9 aprile 1993. Invero, la manifestazione del prezzo può essere considerata connaturale al sistema di assolvimento dell'Iva nell'ipotesi di consegna o spedizione di singole copie, mentre appare formalistica nel caso di cessioni in abbonamento. Nel primo caso, l'articolo 1, comma 2, lettera e) del Dm 9 aprile 1993 richiede l'annotazione sull'apposito registro del prezzo di vendita di ciascuna copia per determinare l'ammontare dei corrispettivi relativi alle copie consegnate o spedite, diminuite di quelle che costituiscono la resa forfettaria.
Invece, per le cessioni di pubblicazioni effettuate in abbonamento, la lettera g) dello stesso articolo richiede l'annotazione sul registro dei soli corrispettivi riscossi, comprensivi dell'imposta e ridotti della percentuale di forfettizzazione della resa.
La circolare ministeriale 63 del 7 agosto 1990 ha sottolineato che, nel caso degli abbonamenti, la base imponibile non deve essere determinata con riferimento alle copie consegnate o spedite, bensì in relazione ai corrispettivi dell'abbonamento e che, per individuare il momento impositivo, assume rilevanza non soltanto il pagamento anticipato degli acconti, ma anche l'emissione dei documenti di addebito riferiti agli acconti o all'intero importo. Se questi sono i momenti e gli importi che rilevano (si pensi a un addebito anticipato dell'intero importo dell'abbonamento), ne consegue come sia irrilevante che su tutte le copie che giungeranno successivamente all'abbonato debbano apparire gli importi del prezzo di abbonamento, magari ampiamente e variamente differenziati a seconda del momento di stipulazione dello stesso. Alla luce di queste considerazioni parrebbe quindi che la commissionaria che effettui la cessione in abbonamento di prodotti editoriali privi dell'indicazione del prezzo di vendita al pubblico nel territorio dello Stato, attraverso acquisti intracomunitari e conseguenti cessioni interne, debba applicare le regole dettate dall'articolo 5, comma 2, del Dm 9 aprile 1993, effettuando gli acquisti in base al regime ordinario e applicando il regime speciale nella fase di successiva commercializzazione.

Marco Levis

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